La Rai che vedrai fra nomine e prodotto
Scelte dal governo in carica le persone che dovranno guidare la Rai prossima ventura, vediamo i prossimi passi per la nuova governance della tv pubblica
Carlo Fuortes indicato come nuovo amministratore delegato della Rai e Marinella Soldi indicata nel CDA della televisione pubblica come nuovo Presidente in pectore. Queste sono state le scelte del Presidente del consiglio Mario Draghi per la televisione di Stato. Giocando d’anticipo rispetto al Parlamento che ha fatto slittare di una settimana la nomina dei suoi quattro elementi di competenza, l’attuale premier e probabile prossimo Presidente della Repubblica ha fatto di testa sua senza seguire alcuna indicazione partitica, come del resto gli stessi partiti gli avevano in qualche modo “concesso”. Reazioni di plauso per queste scelte da una parte (sinistra) e reazioni non proprio positive dall’altra parte (destra).
Tant’è, la verità è che quello che appare agli occhi di chi la televisione, in particolare quella pubblica, la conosce e la segue da parecchi anni, la nomina di Fuortes sia una specie di “concessione” da parte della politica ad un certo settore del mondo che conta e di cui Draghi e sopratutto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella fanno parte e ne sono il più alto esempio . In realtà la partita Rai è solamente iniziata, come se le indicazioni di cui sopra siano semplicemente paragonabili al fischio d’inizio dell’arbitro quando da il via ad una partita di calcio.
Ora verrà il momento di pensare alle nomine operative, quelle cioè di chi si occuperà del prodotto e della linea editoriale dell’azienda. Tradotto ora occorre vedere chi verrà scelto per le direzioni di rete e di Tg, oltre che per le altre nomine editorialmente importanti, come quella per esempio del direttore generale e su questa Marcello Ciannamea dovrebbe scalzare Alberto Matassino nella corporate.
Abbiamo detto dei partiti che ora faranno sentire la loro voce sulle nomine gestionali. In particolare la Lega dovrebbe ottenere la direzione di Rai1 (Stefano Coletta però forte del suo buon lavoro in quella Rete non sarebbe fuori gioco) e la tanto importante -ma da molti sottovalutata- direzione del personale, mentre per quel che riguarda il Tg1 ci sarebbe una battaglia in corso per defenestrare Giuseppe Carboni, anche se quest’ultimo venderà cara la sua pelle. La Rete 2 ed il Tg2 dovrebbero andare a Fratelli d’Italia in quota opposizione, mentre Rai3 potrebbe restare al Movimento 5 stelle, con il Tg3 saldamente nelle mani di Mario Orfeo. Della direzione generale corporate abbiamo già detto del probabile approdo di Marcello Ciannamea, mentre potrebbe prendere il via la direzione generale sul prodotto a cui potrebbe aspirare qualcuno che sarà rimasto a bocca asciutta rispetto alle direzioni di rete e di Tg e che ha però un curriculum in Rai di tutto rispetto, degno di coordinare il prodotto della Rai nella sua globalità.
A Carlo Fuortes, cui il primo compito sarà quello di migliorare i conti della tv pubblica ed in questo l’esperienza al teatro dell’Opera di Roma sarà certamente importante, oltre che pare mettere mano al contratto di servizio facciamo naturalmente i migliori auguri di buon lavoro. Il suo curriculum è certamente importante, anche se il numero di “nastrini” cuciti sulla giacca non sempre è determinante per dire che una persona sia la migliore per quel determinato incarico. Enzo Siciliano -per esempio- grande scrittore ed eminente personalità della nostra cultura, ha avuto non pochi problemi durante il suo “regno” in Rai quando fece il Presidente della televisione pubblica, costretto poi alle dimissioni. Ma come abbiamo già detto, poi saranno gli operativi che faranno la Rai nei prossimi tre anni, quindi aspettiamo e vediamo.